Medico per forza (film 1931)

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Medico per forza
Paese di produzioneItalia
Anno1931
Durata55 min
Dati tecniciB/N
Generecommedia
RegiaCarlo Campogalliani
SoggettoMolière
SceneggiaturaEttore Petrolini, Carlo Campogalliani
ProduttoreCines
Distribuzione in italianoCines-Pittaluga
FotografiaUbaldo Arata, Carlo Montuori, Massimo Terzano
MusichePietro Sassoli
ScenografiaDaniele Crespi
TruccoFranz Sala
Interpreti e personaggi

Medico per forza è un film del 1931 diretto da Carlo Campogalliani.

Petrolini in una scena del film

Sganarello è costretto dalla moglie a farsi passare per medico. Quando viene convocato da un ricco signore la cui figlia è affetta da una misteriosa malattia, Sganarello intuisce che la ragazza è soltanto innamorata. Con uno stratagemma fa entrare nella casa lo spasimante della ragazza, fingendo che si tratti del farmacista, e riesce così a farla "guarire".

Girato dalla Cines su copione di Campogalliani e dello stesso Ettore Petrolini, che si ispirò liberamente a Le médicin malgré lui di Molière che aveva già portato sulle scene teatrali, il film è un mediometraggio e come tale fu proiettato nelle sale in abbinamento a Cortile, un altro breve film da lui interpretato. La pellicola ottenne il visto censura n. 26237 del 31 gennaio 1931.[1]

«In due interpretazioni, l'altra è Cortile, di genere assolutamente diverso, Petrolini affaccia i due differenti volti che è andata assumendo la sua arte. Da questo Medico per forza, esula naturalmente lo spirito di Moliére, per lasciare posto a quello di Petrolini che però vi neroneggia con misura.»

«Non teatro dunque, ma una maschera quale la fantasia cinematografica consigliava e che la fantasia di Petrolini ha creato con uno scatto di genialità.»

«[Petrolini] non ha abusato della libertà che pur gli sarebbe stata consentita e dei suoi doni di estroso macchiettista. Egli ha composto anzi uno Sganarello che, per sobrietà, proporzione, aderenza allo spirito molieresco, è senza dubbio degno di lode. Sganarello è qui più che mai rustico e grosso; si sente in lui ancora tutto il sevo e l'ingenua astuzia popolaresca; egli è un contadino, uno spaccalegna, mezzo tonto e mezzo furbo dal lazzo bizzarro, dalla smorfia pronta, calato fresco fresco da un fabliau medievale. Si riallaccia alla più antica tradizione letteraria francese: letteratura che sa di campagna, di beffe e di motti e di arguzia quasi agreste, caratteristicamente plebea. I panni in certo modo borghesi di cui si è rivestito con Molière non gli tolgono affatto quel primitivo sapore. E la farsa è affidata tutta al suo tipo, allo svolgersi e accrescersi della sua rude e amena personalità tra le circostanze e le avventure che gli vengono via via proposte dal caso. La satira dei medici ch'egli va animando con una indiavolata e grottesca fantasia, acquista da lui, dal suo temperamento e dalla sua aspra malizia, un rilievo enorme e spassosissimo. Petrolini ha compreso benissimo tutto ciò; e ha dato a Sganarello una umiltà e saldezza di contorni ben ferma e precisa: ha insomma creato, come dovevasi, il tipo, e lo ha lasciato poi sbizzarrirsi nelle varie scene e nelle trovate molteplici. È forse superfluo aggiungere che Petrolini è stato autenticamente comico. La figurina ch'egli ha suscitato sullo schermo e cui ha dato la voce per questo nuovo film della Cines, ha una linea antica, un tono di gustosa evocazione; il che non toglie che sia viva, frizzante, pungente. Petrolini, pur rimanendo sé stesso, ha ritrovato certe sfumature e certi tratti che ci riportano senz'altro ad un teatro vecchio di secoli, ad una felicità burlesca che si riallaccia all'arte scenica, tutta evidenza e forza, della commedia improvvisa. Di moderno e attuale vi ha aggiunto un'aria scanzonata e un gusto della parodia che quanti hanno visto e sentito Petrolini anche una sola volta ben conoscono. Non sempre la messa in scena ha aiutato Petrolini nella rapida realizzazione della grande farsa; vi fu qualche lentezza qua e là, o dispersione di effetti; vi furono particolari realistici che distolsero l'attenzione dallo schematismo essenziale e intenso dell'invenzione scenica. Ma il quadretto che inizia la rappresentazione è davvero di una grazia piccante e robusta : Sganarello a cavalcioni di un ramo compie l'opera sua di boscaiolo, interrompendo la fatica per certe solenni bevute e smorfiaccie indimenticabili. Egli canta, fischia, fa gli sberleffi alla moglie, è di una amenità fantasiosa e accesa davvero stravagantissima. E in altre scene ancora reca le sue virtù di interprete gagliardo, e spesso imprevedibile; sempre egli è misurato ed esatto nella ricerca espressiva e negli effetti.»

Conservazione

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Non esiste una copia completa del film. Ne rimangono solo 22 minuti, montati all'interno dell'antologia Petrolini (1949) a cura di O.G. Caramazza.

  1. ^ Italiataglia.it
  2. ^ Petrolini in film

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